articolo pubblicato sul quotidiano "Il Denaro" del 02 settembre 2006
AMBIENTE
Energia dai rifiuti: gassificatore a basso costo, ecco l'alternativa ai termovalorizzatori
L'idea è realizzare, sulla base di un brevetto Usa, un gassificatore in grado di distruggere i rifiuti urbani e industriali riducendo al minimo le emissioni inquinanti
Un gassificatore per mandare in pensione i tradizionali termovalorizzatori e risolvere l'annosa questione dello smaltimento rifiuti. Il progetto è allo studio di Ettore del Giudice, docente di Tecnologia meccanica presso la Seconda Università di Napoli, che ha rielaborato per il capoluogo campano, tarandolo sulle esigenze locali, un brevetto statunitense. Lo studioso sostiene che la tecnologia Usa è in grado di smaltire ogni tipo di materiale con emissioni inquinanti al di rotto di quelle indicate dalle direttive europee. "E' un'alternativa al termovalorizzatore - precisa l'ingegnere- e prescinde dalla raccolta differenziata".
Angela Amato
Un’idea per risolvere la questione rifiuti è pronta per Napoli.
Si tratta del progetto di un gassificatore realizzato sulla base di un brevetto della società statunitense IET e proposto per il capoluogo campano da Ettore Del Giudice, docente di Tecnologia meccanica alla Seconda Università di Napoli.
Secondo il professore, l’impianto è innovativo perché sfrutta una tecnologia in grado di distruggere rifiuti urbani e industriali riducendo al minimo le emissioni inquinanti. In più produce energia per le imprese. “Inoltre - dichiara Del Giudice - c’è anche un altro vantaggio: installato in una zona industriale, il gassificatore riuscirebbe a fornire energia alle imprese, lavorando i loro scarti”.
L’Innovazione
Il procedimento base del progetto è quello di termolisi che è una variante della gassificazione. Ma il trattamento termico dei rifiuti può seguire altre due strade: combustione e termovalorizzazione. La prima avviene a temperature molto elevate in presenza di ossigeno e si conclude con una sola fase. La termovalorizzazione si sviluppa quasi in assenza di ossigeno e in due fasi: a 600 gradi centigradi, la prima, a 1.200 la seconda.
Anche la termolisi, che è il processo su cui si fonda il progetto del professore partenopeo, si articola in due momenti, ma al contrario del precedente procedimento, sfrutta solo il 25-50% di ossigeno e a temperature di soli 450 gradi centigradi, nella prima fase, di 1.100 gradi nella seconda. Con la termolisi, il gas prodotto nel primo stadio è costituito da ossido di carbonio, mentre nella termovalorizzazione sono presenti miscele di idrocarburi.
Nel caso della termolisi, i rifiuti, nella prima fase, si convertono dallo stato solido, fangoso o liquido, in un gas che è poi combusto in un’unità secondaria, dopo essere stato miscelato con aria. “L’impianto - spiega l’ingegnere napoletano - è in grado di distruggere quasi tutti i materiali indipendentemente dalla loro capacità di combustione: pneumatici, rifiuti ospedalieri e agricoli, scarti di plastica industriale, residui di pittura, gomma, oli vegetali e altro”.
L’impianto
L’impianto, nella versione pensata dal docente napoletano, è in grado di consumare complessivamente 200 tonnellate di materiale al giorno e necessita di uno spazio di circa 10mila metri quadrati, comprese le aree di stoccaggio.
La prima fase del processo si svolge in quattro celle che misurano 1.500 metri quadrati, mentre il secondo stadio avviene in un cilindro alto tre metri e mezzo, dal diametro di circa cinque metri. L’altezza totale della struttura tocca nella sua punta massima i 24 metri. L’impianto è un generatore di potenza di sei megawatt, che corrispondono a 52mila megawatt ora all’anno. I tempi di avviamento dall’apertura del cantiere vanno dai 12 ai 18 mesi.
Vantaggi finanziari
Tra i vantaggi del progetto, Del Giudice mette subito in evidenza quelli finanziari. “L’impianto - sostiene il docente - produrrebbe ogni anno un utile compreso tra i sette e gli otto milioni di euro”. I costi di realizzazione, preventivati per 14 milioni di euro, sarebbero così recuperati in meno di due anni.
Tale valutazione è stata effettuata considerando i costi medi di conferimento relativi ai rifiuti solidi urbani pari a 0,088 euro al chilo. “Le entrate salirebbero - aggiunge lo studioso - se considerassimo gli altri rifiuti che l’impianto può trattare, speciali, tossici o nocivi e che hanno costi di conferimento più elevati”.
Raccolta differenziata
La raccolta differenziata non va in soffitta. Lo studioso partenopeo sottolinea l’importanza e la necessità di un sistema combinato. “Qualora si raggiungesse il traguardo del 40% di rifiuti raccolti separatamente — precisa - resterebbe un 60% non differenziabile da smaltire. Inoltre l’idea non va a sostituire né a contrapporsi alle fonti rinnovabili tradizionali, come il fotovoltaico e l’eolico.
Rispetto ambientale.
“La termolisi - dice Del Giudice - produce emissioni inferiori ai valori indicati dalle direttive europee”. L’Ue fissa, infatti, a 10 microgrammi per metro cubo il limite di emissione giornaliera di polveri totali mentre, a parità di condizioni, l’impianto di termolisi proposto da Del Giudice ne emette 3,9 microgrammi per metro cubo.
Le parti di diossine e furani liberate da un inceneritore sono pari a 13 nanogrammi a metro cubo, mentre il gassificatore ne produrrebbe 0,55.
Celle di gassificazione n. 4
Alimentazione dell'impianto-rifiuti Tonnellate per giorno 200
Spazio disponibile richiesto compreso aree stoccaggio mq 10.185
Camino m 10
Altezza totale impianto m 23,72
Boiler-temperatura del vapore gradi C 315
Turbina a vapore
Generatore-potenza Megawatt 6
Generatore-energia Megawatt ora anno 52.560
Tempi di avviamento dall'apertura del cantiere mesi 12-18
L"impianto prevede la costruzione di 4 celle di gassificazione, calcolate sulla base di un quantitativo di rifiuti quotidiano pari a 200 tonnellate
Costi e ricavi dell'impianto
costo attuale impianto € 14.000.000
utile totale giornaliero € 19.480
utile totale annuale € 7.110.200
anni recupero investimento 1,9
L'investimento per la costruzione del gassificatore è pari a circa 14 mln di euro
Con poco meno di due anni di attività si recupera la spesa sostenuta inizialmente